Page 15 - Il Cortile dei Gentili
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Dio cristiano, eppure come lui pronto a raccogliere il male di vivere dell’umanità. Scriveva Cioran, evocan- do la “psicostasia” dell’antico Egitto, ossia la pesatura delle anime dei defunti per la veri ca della gravità del- le loro colpe: «Nel giorno del giudizio verranno pesate solo le lacrime». Nel tempo della disperazione, infat- ti, certe bestemmie – dichiarava Cioran, sulla scia di Giobbe – sono «preghiere negative», la cui virulenza è accolta da Dio più della compassata lode teologica (l’idea era già stata formulata da Lutero).Cioran è, quindi, un ateo-credente sui generis. Il suo pessimismo, anzi, il suo negazionismo riguarda piut- tosto l’umanità: «Se Noè avesse avuto il dono di legge- re il futuro, non c’è alcun dubbio che si sarebbe fatto colare a picco!». E qui il Nulla diventa il mero nulla, un vuoto annientamento: adorare la terra e dirsi che proprio essa è il termine e la speranza dei nostri a an- ni, e che sarebbe vano cercare qualcosa di meglio per riposarsi e dissolversi». L’uomo ti fa perdere ogni fede, è una sorta di dimostrazione della non esistenza di Dio ed è in questa luce che si spiega il pessimismo radicale di Cioran che brilla già nei titoli delle sue opere: L’in- conveniente di essere nati, La tentazione di esistere, Sulle cime della disperazione, Squartamento, Sillogi- smi dell’amarezza e così via. E qualche volta è di cile dargli torto, guardando non solo la storia dell’umanità, ma anche il vuoto di tanti individui che non ha niente del tragico Nulla trascendente: «Di molte persone si può a ermare quanto vale per certi dipinti, cioè che la parte più preziosa è la cornice». Ma per fortuna – ed è questa la grande contraddizione – esiste, come si dice- va, anche Bach...Senato della Repubblica, Roma, 17 settembre 2015