Page 8 - Il Cortile dei Gentili
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Fermiamoci, invece, sul suo aspetto tematico, così come lo fa balenare Dagerman. Uno degli intellettuali ebrei più aperti del I secolo dopo Cristo, Filone di Ales- sandria d’Egitto, arte ce di un dialogo tra ebraismo ed ellenismo – quindi secondo i canoni di allora, tra fede- li jahvisti e pagani idolatrici – de niva il sapiente conl’aggettivo methórios, ossia colui che sta sulla frontiera. Egli ha i piedi piantati nella sua regione, ma il suo sguardo si protende oltre il con ne e il suo orecchio ascolta le ragioni dell’altro.Per attuare questo incontro ci si deve ar- mare non di spade dialettiche, come nel duello tra il gesuita e il giansenista del  lm La via Lattea (1968) di Buñuel, ma di coerenza e rispetto: coerenza con la pro- pria visione dell’essere e dell’esistere, senza slabbramenti sincretistici o scon namenti fondamentalistici o approssimazioni pro- pagandistiche; rispetto per la visione altrui alla quale si riservano attenzione e veri - ca. Si è, invece, incapaci di ritrovarsi su quel con ne tra i due cortili simbolici del tempio di Sion, l’atrio dei Gentili e quellodegli Israeliti, quando ci si arrocca solo in difesa dei propri idoli. Nell’Adolescente (1875) Dostoevskij, sia pure con la passione del credente, li identi cava con chiarezza. Da un lato, infatti, a ermava che «l’uomo non può esistere senza inchinarsi... Si inchinerà, allo- ra, a un idolo di legno o d’oro, o del pensiero... o di dèi senza Dio». D’altro lato, però, riconosceva che vi sono «alcuni che sono davvero senza Dio, solamente fanno più paura degli altri, perché vengono col nome di Dio sulle labbra». Ecco la tipologia comune a coloro che non si fermeranno a dialogare su quella frontiera: chi è convinto di aver già in sé tutte le risposte e di doverle solo imporre.«Io penso che tu ne abbia abbastanza, Signore, della gente che sempre parla di servirti con piglio da condottiero, di conoscerti con aria da professore, di raggiungerti con regole sportive, di amarti come si ama in un matrimonio invecchiato. Un giorno in cui avevi un po’ di voglia d’altro hai inventato san Francesco e ne hai fatto il tuo giullare. Lascia che anche noi inventiamo qualcosa per essere gente allegra che danza la propria vita con te».Madeleine Delbrêlin Noi delle strade


































































































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