Page 9 - Il Cortile dei Gentili
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Questo, però, non signi ca che ci si presenta soltanto come mendicanti, privi di qualsiasi verità o concezio- ne della vita. Ponendomi per congruenza sul territorio del credere a cui appartengo, vorrei solo evocare la ric- chezza che questa regione rivela nei suoi vari panorami ideali. Pensiamo al ra nato statuto epistemologico del- la teologia come disciplina dotata di una sua coerenza, alla visione antropologica cristiana elaborata nei secoli, all’investigazione sui temi ultimi della vita, della morte e dell’oltrevita, della trascendenza e della storia, della mo- rale e della verità, del male e del dolore, della persona, dell’amore e della libertà; pensiamo anche al contribu- to decisivo o erto dalla fede alle arti, alla cultura e allo stesso ethos dell’Occidente. Questo enorme bagaglio di sapere e di storia, di fede e di vita, di speranza e di espe- rienza, di bellezza e di cultura è posto sul tavolo di fronte al “Gentile” che potrà, a sua volta, imbandire la mensa della sua ricerca e dei suoi risultati per un confronto.Da un simile incontro non si esce mai indenni, ma reci- procamente arricchiti e stimolati. Sarà un po’ parados- sale, ma potrebbe essere vero quello che Gesualdo Bu- falino scriveva nel suo Malpensante (1987): «Solo negli atei sopravvive oggigiorno la passione per il divino». Una lezione, quindi, e un monito per lo stesso fedele abitudinario, a dato a formule dogmatiche, senza lo scavo del comprendere intelligente e vitale. Sull’altro versante si potrebbe immaginare l’epigrafe di una delle tombe dell’Antologia di Spoon River (1915): «Io che qui giaccio ero l’ateo del villaggio, loquace, litigioso, ver- sato negli argomenti dei miscredenti. Ma in una lunga malattia lessi le Upanishad e il Vangelo di Gesù. Ed essi accesero una accola di speranza e di intuizione e di desiderio che l’Ombra, guidandomi tra le caverne del buio, non poté estinguere. Ascoltatemi, voi che vivete nei sensi e pensate solo attraverso i sensi: l’immortalità non è un dono ma un compimento. E solo coloro che si sforzano molto potranno ottenerla».“C’è una solae medesima ragioneper tutti gli uomini;essi diventano estraneied impenetrabiligli uni agli altri solo quando si allontanano da essa.”Simone WeilSuono e Luce su Notre-Dame de Paris, 25 marzo 2011